Riletture dell’American Dream tra “Nomadland”, “Furore” e “The Walking Dead”.
“L’avvenimento in sé e per sé è del tutto irrilevante. Una certa cosa può essere accaduta, ed essere una totale menzogna; un’altra cosa può non essere accaduta, ed essere più vera della verità.” scrive Tim O’Brien in “Come raccontare una storia di guerra”. E in effetti, la manomissione narrativa della realtà è necessaria al suo resoconto veritiero, anche quando si tratta di eventi reali. Ecco perché anche un’inchiesta giornalistica è, prima di tutto, un racconto. Maggiore sarà la sua evocatività, la sua ricchezza di dettagli, la vitalità narrativa, la letterarietà, maggiore sarà la sua risonanza. Sta anche qui il successo di Nomadland, un racconto d’inchiesta, di Jessica Bruder, in Italia pubblicato da Edizioni Clichy nella traduzione di Giada Diano. Lo sappiamo già da quel titolo, tradotto egregiamente, perché nonostante salti il riferimento alla sopravvivenza del titolo originale (che pure è rilevante), ci troviamo di fronte all’immediata assunzione della verità di un genere: Nomadland è un racconto d’inchiesta. Il racconto di inchiesta Il giornalismo d’inchiesta negli USA ha una lunga e rigogliosa storia, costruita su narrazioni …