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Un lavoro benefico e doloroso: l’editing secondo Silvia Ferreri

intervista a cura di Marco Terracciano La madre di Eva (romanzo inserito nella dozzina finalista della passata edizione del Premio Strega) è il tuo esordio letterario: come hai vissuto l’esperienza dell’editing? Mi fa molto piacere parlarne, perché la mia esperienza è stata da un lato estremamente interessante, dall’altro piuttosto difficile. L’editing in sé non è stato invasivo, anzi, abbiamo lavorato di cesello. La struttura del libro è rimasta identica, così come i capitoli. Credo che se un lettore leggesse il prima e il dopo non noterebbe la differenza, almeno in termini di composizione interna. La verità, però, è che la differenza c’è ed è notevole, dal momento che è stato fatto un grande lavoro di pulizia e asciugatura su una scrittura peraltro come la mia già piuttosto secca e cruda. Ogni tanto c’era qualche scivolone, qualche voragine di poeticità che andava contenuta, un eccesso di enfasi in alcune scene chiave. Apparentemente un lavoro di questo tipo non sposta nulla, ma è chiaro che se si limitano certe ridondanze, certe cadute di stile, cambia completamente il …

Non prenderla come una critica – “La madre di Eva” di Silvia Ferreri

di Marco Terracciano Non consiglierei La madre di Eva a una ragazza in transito. Non lo consiglierei perché potrebbe ferire e deprimere. Generalmente sconsiglio i libri solo quando mi sembrano noiosi: sconsiglierei, al contrario, La madre di Eva – forse sbagliando per eccesso di prudenza – perché è estremamente coinvolgente e credibile. È una storia schierata, apparentemente neutrale nel giudizio ma orientata verso l’immedesimazione emotiva con il narratore; il narratore, ossia la madre di Eva – ragazza affetta da disforia di genere che vuole a tutti costi operarsi per «sembrare» un uomo – è l’unico filtro che viene offerto al lettore per confrontarsi con questa storia, ed è un filtro fatto di dolore, frustrazione, senso di colpa, dipendenza affettiva. È una storia che non lascia indifferenti, ha la forza e l’incisività di una cosa vera. Una tendenza dei critici, dei recensori, degli scrittori e in generale di chi lavora con i libri, è quella di classificare i romanzi in ‘romanzi di forma’ e ‘romanzi di contenuto’, alludendo alla più o meno buona capacità di lavorare …