Anche a voi le immancabili polemiche social-culturali dell’estate vi scivolano addosso come l’acqua del mare in cui vi tuffate mentre gli altri si azzuffano? Quest’anno la mia estate non ha fatto eccezione se non per un piccolissimo dettaglio di cui farò qui pubblico manifesto: se mai un giorno dovesse esistere la classifica dei migliori lettori al mondo, vi prego, lasciatemi tra i peggiori.
Questa è la newsletter di ILDA, I Libri Degli Altri: bentornati dalle vacanze!
Succede una gran confusione attorno a una vignetta dell’illustratore Andrea Bozzo, la confusione diventa indignazione, l’indignazione scandalo al grido di VERGOGNA!
Decido di dire la mia, mettendo in conto che non si può essere d’accordo con tutti; ma tant’è, non mi pare neanche un desiderio auspicabile: perché mai dovremmo andare tutti d’accordo? Nei dibattiti scaturiti dalle condivisioni al mio post m’imbatto in una specie di insulto di categoria che non mi era mai stato rivolto prima: “Stimati Amici Delle Lettere”. Felicissima per essere stata appoggiata lì, mi accorgo che non si tratta di una semplice offesa di quelle con cui ci si appella retoricamente a un mestiere (mangiare come un camionista). No: l’idea da cui è scaturita è che chi legge, chi legge tanto, chi legge per mestiere, dovrebbe essere una persona migliore. E se non lo è, allora i libri letti non sono serviti a nulla.
Arriva nei commenti una battuta a rincarare il concetto: “[…] su alcune persone, leggere tanto fa lo stesso effetto della permanente col ciclo: non prende”. La battuta fa ridere (a dimostrazione che si può far ridere di tutto, se si trova la forma giusta). E mi permette di ampliare il mio manifesto pubblico, aggiungendo luci lampeggianti e segnali acustici: NON SI LEGGE PER ESSERE/DIVENTARE MIGLIORI! (Migliori di chi? Migliori per chi?).
Leggete per studiare, per passare il tempo, per pensare, per vivere altre vite, per affrancarvi dalla vostra, per immergervi nella lingua, per incantarvi nelle storie, per scoprire chi è stato, per andare alla ricerca di voi stessi. Ma quando si tratterà del posto nella classifica dei lettori che migliorano grazie a quello che leggono scegliete sempre l’ultimo banco. O non avrete capito molto, di quello che fa la letteratura.
Francesca de Lena