Gattopardi editoriali #6. Al mio segnale appiattiteli tutti
Pensiero più o meno diffuso vuole che l’editoria di un tempo fosse migliore di quella di oggi: libri più curati, maggior rispetto per gli scrittori, poco interesse per il profitto. Ma è davvero così o è solo la patina nostalgica di ciò che non abbiamo vissuto a farci sembrare tutto oro quel che in realtà è piombo (tipografico)? “Gattopardi editoriali” è la rubrica sull’editoria che cambia per restare (quasi) così com’è da sempre. Già nel terzo Gattopardo, abbiamo parlato di editing invasivo: quella pratica più o meno famigerata secondo la quale un romanzo viene violentemente e selvaggiamente stravolto dall’intervento di un editor che, senza nessun rispetto per l’opera e l’autore, si mette di buzzo buono a tagliare, cambiare, spostare e cancellare.Secondo i più, si tratta di una mal’usanza tipica della contemporanea editoria. Ma questi più cambieranno idea quando leggeranno cosa scriveva Gustave Flaubert a Charles-Edmond Chojecki il 26 agosto 1873: Ah! Quanto ho ragione a non scrivere per i giornali, e quali funesti marchingegni sono questi!La mania che hanno di correggere i manoscritti che ricevono finisce …