Scrivo per avvicinarmi al male
Perché scrivo? di Francesca Violi. Per rispondere alla domanda perché scrivo, credo di dover partire da: perché scrivo quello che scrivo? Cioè: perché scrivo storie venate di angoscia e violenza? Di recente, durante la presentazione del mio nuovo romanzo, mi è capitato di accennare con entusiasmo al meraviglioso “Ninna nanna”, di Leila Slimani, in cui una tata uccide i bambini che le sono stati affidati. Gelo in sala. Una signora, poi, mi ha chiesto, accorata (e, mi è parso, anche un po’ dispiaciuta per me): Ma perché ti interessano queste cose? Non è la prima volta che mi fanno una domanda del genere. Forse perché sono una donna, per di più una mamma, per di più bionda, e posso dare l’impressione di una persona “solare” (mi hanno detto), e rassicurante, alcuni si stupiscono che le storie che amo leggere e scrivere siano il contrario di rassicuranti e solari. Alla signora ho risposto più o meno che forse scrivere del male è un modo di avvicinarmi al male che c’è in noi umani, di esplorarlo, senza …