All posts tagged: letteratura per ragazzi

Scrivere per adulti, scrivere per ragazzi: intervista a Veronica Galletta, Sarah Savioli, Barbara Fiorio.

di Beatrice Galluzzi In un recente editoriale apparso nella newsletter di Ilda, Francesca de Lena rifletteva sul fatto che scrivere per ragazzi sia molto diverso rispetto a scrivere per adulti: i secondi, una volta finito un libro, lo posano, archiviandolo nella libreria, mentre i ragazzi, i bambini, tendono a leggerlo e rileggerlo più volte. Ci entrano, si accomodano, vivono in un’atmosfera che mano a mano diventa loro familiare. Ecco la grande responsabilità di scrivere per ragazzi: l’esigenza di creare una storia avvincente, un setting originale, personaggi per il quale fare il tifo. Un connubio che trionfa nei romanzi di avventura, quelli che molti di noi ricordano come formativi negli anni più cruciali.  A questo proposito, la prima domanda è per Veronica Galletta, premio Campiello Opera prima 2020 con “Le isole di Norman” (ItaloSvevo, 2020), ora in libreria con “Nina sull’argine” (minimum fax, 2021). Hai sempre dichiarato che il romanzo di avventura è stato fondamentale per il tuo bagaglio da scrittrice (bagaglio inteso come necessaire degli strumenti da utilizzare, ma anche raccoglitore di idee, di appunti, …

Ribellarsi al cinismo. Perché c’è ancora bisogno di “Cuore”

Se vi stabiliscono un dialogo fecondo di suggestioni, i classici, per chi li legge, si configurano come degli «equivalenti dell’universo, al pari degli antichi talismani» (Calvino). Così, portati sempre con sé, possono sortire effetti benefici e domare i demoni interiori. Alcuni meritano di essere spolverati, altri non hanno mai smesso di stare appesi al collo di qualcuno, ma tutti, se lucidati, risplendono di una bellezza più viva. Da dove nasce la loro magia? In una memorabile pagina di Fahrenheit 451, Ray Bradbury scriveva che si ha letteratura laddove, come sotto il vetrino di un microscopio, si possa osservare, in fiumane in infinita profusione, la vita scorrere, pullulare, pulsare. Cuore, il libro che intende(va) preparare i futuri cittadini come soldati della patria sotto la duplice insegna dell’obbedienza e del sacrificio; che a fronte del buon Garrone pone l’elemento dialettico rappresentato da Franti, antitesi contrassegnata da perfidia e sottolineatura del ridicolo e simbolo parimenti dell’aspetto (incorreggibilmente?) tragico del reale; che mette davanti ai fanciulli, rinfrescandone allo stesso tempo il ricordo ai “grandi”, quelle virtù disprezzate da chi …

Welcome to the Jungle. Lontano dalle scimmie nude con Mowgli

Se vi stabiliscono un dialogo fecondo di suggestioni, i classici, per chi li legge, si configurano come degli «equivalenti dell’universo, al pari degli antichi talismani» (Calvino). Così, portati sempre con sé, possono sortire effetti benefici e domare i demoni interiori. Alcuni meritano di essere spolverati, altri non hanno mai smesso di stare appesi al collo di qualcuno, ma tutti, se lucidati, risplendono di una bellezza più viva. Da dove nasce la loro magia? Con l’eccezione forse solo degli ultimi due, un po’ sottotono, i sette racconti che compongono Il libro della giungla, e più in particolare la poetica storia di Mowgli, fanno della fortunata raccolta pubblicata da Rudyard Kipling nel 1894 uno dei libri più piacevoli e affascinanti fra i classici per l’infanzia. Maestro nel maneggiare la parola, lo scrittore britannico nato a Bombay, nonostante tutto (cioè nonostante risenta di una certa mentalità colonialista – lui che parlò del «fardello dell’uomo bianco») trasmette limpidi messaggi di accettazione del diverso, ci fa amare ancor più il mondo animale e riesce addirittura nell’impresa di farci immedesimare con …