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Postilla n.6

Hai presente la posta del cuore?
Postilla è la posta del cuore per autori inediti. Tratterà di scrittura piuttosto che d’amore, ma per il resto la formula è la stessa: scrivi a Francesca de Lena e lei ti risponderà.

Per partecipare leggi qui.



Caro Paolo,

la scena ha una sua compiutezza e una sua malinconia, nonostante manchino immagini abbastanza precise ed evocative da permettere al lettore di “guardare bene” (altrove dove? un pezzo di tempi lontani quale, quali, quando? Ragazzi e gente, chi? mobili e altro, cos’altro? ecc).

E però non riesce a lasciare addosso tutta la sensazione di malinconia che potrebbe perché la sintassi con cui è costruita manca di fluidità, manca di suono e armonia. Ti faccio vedere un piccolo gioco:

Spogliando il testo di verbi, sostantivi e aggettivi restiamo con connettivi, relativi, preposizioni, avverbi, elementi di strutture passive e/o negative: ce ne sono troppi, e rendono tutto complicato, rugginoso, subìto invece che agìto, ingarbugliato.

Ti chiedo: perché scrivere che lei sembrava non voler essere altrove? Non sarebbe meglio sostituire la negazione con un’affermazione, o almeno invertire il sembrava non con un più naturale non sembrava? E perché poi preferire il nebbioso sembrava a un più certo era e l’astratto altrove all’indicazione di un luogo vero, immaginato, connotato?

Senti come suona pesante e contorta una frase che dice Non ricordava come fosse capitato che gli parlasse della?

E i lui e i lei indefiniti, i suo e sua pleonastici, le espressioni troppo definitive e un po’ sontuose come lei che sembrava non avesse fatto altro nella vita, lui che ne aveva vista passare di gente, così come alcune strutture verbali, non attese rispostacon una mano prese la sua, si voltò suggeriscono un’ambizione per così dire “poetica” che non riesce e non può riuscire perché è forzata: stai scrivendo prosa, non fare il virtuoso, non calcare stilemi di altri o di altre forme. Guarda con passione e semplicità la tua piccola e malinconica scena, che è fatta di due personaggi e un gesto, del topos dell’addio, e che più scriverai diretta e concreta e più diventerà naturale, visibile, illuminata.

Ciao, buona scrittura 😊

Francesca

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