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Postilla n.9

Hai presente la posta del cuore?
Postilla è la posta del cuore per autori inediti. Tratterà di scrittura piuttosto che d’amore, ma per il resto la formula è la stessa: scrivi a Francesca de Lena e lei ti risponderà.

Per partecipare leggi qui.



Caro Gennaro,

non riesco a curare questa rubrica quanto vorrei e quindi ti rispondo dopo diverso tempo. Intanto però in una scorsa newsletter ho affrontato la questione delle lame di luce che filtrano dalle persiane, e quindi come prima cosa ti consiglio di leggere quella.

La scorsa settimana, invece, ho scritto qualcosa sui bei dialoghi, che raccontano l’indicibile, e quel che dicevo mi pare possa funzionare anche per quanto riguarda la paratassi, che tu nel tuo brano utilizzi. Ho l’impressione che questa forma sintattica diventi spesso un paravento dietro il quale ci si accomoda con troppa facilità, sperando che la tensione che si desidera creare si manifesti grazie al continuo stop and go della parola (e quindi dell’immagine). Il risultato però spesso è un codice morse fuori controllo, più simile a un singhiozzo che a una partitura inquieta. Per l’inquietudine, per la tensione, occorre invece ragionare sugli oggetti narrativi scelti, sul loro ruolo e sulla loro disposizione. Qui abbiamo una vecchia casa (elemento tensivo), ma circondata da una periferia dichiaratamente pericolosa (che quindi smette subito di fare paura), un uomo forse morto sull’asfalto (che però è disteso, quindi troppo rilassato), una madre che impreca in dialetto (comica), un gatto nero (stereotipato), un uomo armato vestito di bianco (improvviso e vago), un furgone anch’esso bianco (con alcuni carabinieri: gli aggettivi indefiniti non aiutano mai a centrare la narrazione) un pavimento blu su cui la voce narrante cade. Troppa folla, troppo colore, troppo falso movimento. E in più ci si sveglia dal sogno, come spesso accade quando non si è costruita perfettamente la tensione e allora si tenta la strada dello stratagemma. Il sogno è quasi sempre un trucco, la paratassi anche. Lasciali perdere, focalizzati sul giovane: ha trent’anni, i capelli lunghi neri, un’arma in mano e…?

Ciao, buona scrittura 😊

Francesca

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