di Marta Ciccolari Micaldi (McMusa)
a cura di Chiara M. Coscia
Grandi donne raccontate da grandi uomini: 4 stupendi personaggi femminili + 1 romanzo che di donne non ne ha neanche una ma che le donne amano molto. Almeno alcune.
1. Clara in Lonesome Dove di Larry McMurtry (trad. Margherita Emo — Einaudi)
In una classica epopea western dove si narra l’impresa di due leggendari ex ranger (Gus e Call) alla guida di una mandria che deve attraversare mezza America per andare dal Texas al Montana, compare Clara. Prima nei pensieri e nei ricordi di uno dei due uomini, poi nel capitolo più lungo dell’intero romanzo (un libro di più di 600 pagine). Larry McMurtry, il più grande scrittore texano vivente, interrompe il lungo cammino della mandria per portarci a casa di una donna tenace, aggrappata alla vita come alle redini dei cavalli che alleva, ironica, indipendente e profonda alla maniera del West. È nelle sue mani che l’autore ripone il destino di tutti quegli uomini rudi, anche i meno probabili.
2. April in Revolutionary Road di Richard Yates (trad. Adriana dell’Orto — Minimum Fax)
Aveva realizzato un sogno. Lo aveva realizzato eppure desiderava di più. La storia di April Wheeler è la storia di un desiderio. Un desiderio che trova compimento nella più atroce delle rinunce ma anche nella più sincera delle affermazioni. Nel tratteggiare la conformità del sogno americano e la prigione di falsi modelli che questo rappresentava negli anni Cinquanta in un tipico sobborgo del Connecticut, Richard Yates è riuscito a trasferire nella sua protagonista femminile la tragedia di genere di un’intera epoca. La tragedia sì, perché oltre il conflitto relazionale, oltre la disillusione artistica, oltre il tormento personale, oltre tutto questo c’è un inestinguibile sacrificio di sangue.
3. Merry in Pastorale americana di Philip Roth (trad. Vincenzo Mantonavi — Einaudi)
Figlia dello Svedese, il primo ebreo ad aver superato le proprie origini e averle come trasfigurate in una perfetta americanità tanto atletica quanto morale, e Miss New Jersey, Merry Levov nasce già in un contesto da detonare. Sarà però la magistrale costruzione narrativa di Philip Roth a renderla effettivamente esplosiva: ideologicamente in opposizione ai genitori e ai modelli dell’America che questi incarnano, Merry farà prima esplodere una bomba in un atto terroristico e poi scomparirà nelle pieghe di un romanzo che la renderà grande sempre e solo in assenza, che la perseguiterà, la demonizzerà, la renderà un’eroina moderna attraverso la sofferenza degli altri.
4. Miriam in La versione di Barney di Mordecai Richler (trad. Matteo Codignola —Adelphi)
Destinataria di un amore ostinato, disperato e sconquassato nonché traditrice, a sua volta, di tutte le aspettative che tendiamo a riporre in una donna che è stata tradita, la protagonista femminile del romanzo più celebre di Mordecai Richler è formidabile. Lo è sin dalla prima volta che compare agli occhi di lui, lo è in ogni telefonata che lui le fa, lo è in ogni rifiuto che lei gli rifila e in ogni porta che gli apre. Certo, sembra di vedere Miriam sempre e solo dagli occhi di lui, ma siamo sicuri che una donna come lei permetterebbe una cosa del genere? In questa risposta sta la sua grandezza, nonché il miracolo di una scrittura che sa mettere in relazione i punti di vista con la più intelligente delle ironie.
Oltre il confine di Cormac McCarthy (trad. Rossella Bernascone/Andrea Carosso — Einaudi)
Noto per aver scritto romanzi esclusivamente maschili, se così possono essere definitivi libri in cui i personaggi femminili sono relegati a ruoli minori quando addirittura non del tutto assenti, Cormac McCarthy è senza dubbio uno tra gli autori più apprezzati dalle lettrici (è il mio preferito, in effetti). E lo è in virtù di un miracolo che riesce a pochissimi, forse solo a lui: scrivere storie in cui la specificità delle avventure vissute dagli uomini – in questo caso il piccolo Billy – viene trascesa in un discorso universale che, in quanto tale, non risparmia nessuno. Un discorso che riguarda i misteri, le pulsioni, il ruotare della vita: qualcosa di cui le donne conoscono l’esatta definizione.
Marta Ciccolari Micaldi è conosciuta anche come La McMusa perché nei panni di una musa postmoderna porta l’America in Italia e gli italiani in America. Come? Attraverso un blog, un podcast, corsi di letteratura americana in Italia e tour letterari negli States: i Book Riders.