Il mese di Beatrice Galluzzi
Film
Gli ordini sono gli ordini, diretto da Franco Giraldi. Una chicca del 1972 con Monica Vitti e Gigi Proietti. La protagonista, Giorgia, è sposata con un direttore di banca che si approfitta della sua posizione per sminuire e sfruttare la moglie, finché lei non comincia a sentire una voce fuori campo – la sua coscienza – che le suggerisce vendette irresistibili.
Libro
Sarah – La ragazza di Avetrana, di F. Piccini e G. Gazzanni, libro di inchiesta che ripercorre dieci anni di indagini e processi che seguirono all’omicidio di Sarah Scazzi. Tra interviste, confessioni e buchi interrogativi, viene ricostruita l’ultima estate della ragazza e di tutti i personaggi che le ruotavano intorno i quali, ancora oggi, sembrano non voler uscire dal miasma di omertà e menzogne che li circonda.
Audiolibro
La spinta, di Ashley Audrain, letto da Chiara Francese. La tensione di questo thriller non è data da un omicidio ma dall’oscurità che risiede in Blythe, una madre non troppo convinta di esserlo. Sua figlia, Violet, all’inizio desiderata, si rivela avere dei problemi di attaccamento che, con la crescita, diventano veri e propri segnali di sociopatia fino a sfociare in comportamenti distruttivi.
Il mese di Francesca de Lena
Libro
Il castello interiore di Jean Stafford, traduzione di Chiara Gabutti, BUR Rizzoli. Ormai da settimane ripiombata a pieno nel ruolo di lettrice di racconti, scopro Jean Stafford, premio pulitzer 1970 proprio per le sue short stories, e mi innamoro su tutto del suo Un’invasione di poeti, che chiude la raccolta e mostra con ironia irresistibile perché, anche quando li amiamo, è meglio ricordarsi di cosa parliamo quando parliamo di poeti e scrittori: “Che estate terribile! Tutti i Poeti d’America vennero a stare da noi.”
Serie tv
Orfana di una vera passione televisiva, ho provato con Undercover, di cui avevo amato la prima stagione, ma non mi dice più niente; ho provato con Inventing Anna, ma l’effetto soap opera mi devasta e addormenta; recupero la lacuna Master of none, che fa un buon lavoro di indagine ironica, sebbene il metter(si) alla berlina in quanto generazione abbia un po’ stancato, e con Il giovane Wallander su cui non mi sbilancio dopo sole due puntate ma di cui apprezzo l’atmosfera del tutto diversa dai soliti noir scandinavi: niente neve, vuoto e natura affascinante, sembra quasi Scampia.
Musica
Sempre alla ricerca di musica calma e perché no malinconica che accompagni le mie lunghe sessioni di editing al pc o tablet, scopro per caso (o forse grazie alle playlist di mio figlio Andrea, che ha colonizzato il mio spotify) il brano Indigo Night di Tamino Fouad, una specie di Leonard Cohen o Nick Drake o forse Tom Waits senza raucedine, giovanissimo e di origini europee-egiziane.
Il mese di Primavera Contu
Libro
Tra i romanzi “di Natale” da recuperare c’era Queenie, di Candice Carty-Williams (e tradotto da Maria Grazia Perugini) , scrittrice inglese di origine Jamaicana qui al suo pluripremiato romanzo d’esordio (2019). La storia è una comedy che inizia con una relazione che finisce, e parla di una donna della mia età che di mestiere scrive. Tentativo di sguazzare nella mia comfort zone? Indubbiamente. Ma Queenie è l’unica donna nera nella redazione del giornale londinese in cui lavora: la mia identificazione nel personaggio, per fortuna, non è lo scopo qui. Si parla di razza e disparità, ma per una volta non siamo in America.
Serie Tv e Film
Ci riprovo con The Marvelous Mrs Maisel, che è arrivata intanto alla quarta stagione, convinta che se tutti la osannano un motivo ci sarà, ma il trionfo di white feminism mi respinge e la sensazione di guardare Una Mamma Per Amica in versione anni ‘50 è troppo forte. Vado avanti con Harlem, che mi intrattiene ma non mi convince del tutto (i dialoghi e le relazioni tra i personaggi mi appaiono spesso forzati), saluto con le lacrime i personaggi di Superstore (e vago tristemente alla ricerca di un’altra sit com a cui affezionarmi), ma la vera bellezza è la seconda stagione di Euphoria, scritta meglio della prima. Tra i tanti film brutti che per qualche motivo ho visto, un applauso a Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn (per favore, non scomodiamo il femminismo: è pura goduria, e va bene così).
Musica
La colonna sonora di Euphoria è narrazione e montaggio. Ci aveva già abituati alle atmosfere dreamy pop durante la prima stagione (su tutto, l’elettronica di Kelsey Lu), ma nella seconda costruisce una traccia musicale in perfetto accordo con la storia. Tra rap old school e new wave anni ‘80, la playlist originale della serie HBO è da ascoltare e riascoltare. Se invece preferite il rap contemporaneo, trovate tutte le voci femminili del momento nella soundtrack di Inventing Anna.
Il mese di Luca Mercadante
Libro
Sirene di Laura Pugno, Marsilio – qualche settimana prima dell’arrivo di mio figlio mi capitò di leggere La strada di McCarthy e Wow, mi dissi, questo libro sta influenzando il modo in cui sarò padre. L’altro giorno ho provato una sensazione simile con Sirene: mi è esploso in mano alle nove di sera e all’una l’avevo finito. Esiste un disegno mistico nel modo in cui certi libri ci arrivano nei momenti più significativi.
Serie
Bem il mostro umano – una serie animata cupa e triste del 1968 ora disponibile su Prime. È un horror, ma passava in tv negli anni ’80 nelle fasce destinate ai bambini. Dargli un’occhiata oggi vale la pena non tanto per fare i nostalgici, ma per coglierne la vera essenza: noi umani riusciamo a deludere anche i mostri.
Musica
My name is Luka, di Susan Vega per tutti quelli che una volta nella vita hanno abitato al secondo piano.
Il mese di Chiara M. Coscia
Serie Tv
Per Camera di Smontaggio, ho rivisto Fleabag, di Phoebe Waller-Bridge, che resta sempre un gioiello di scrittura e interpretazione: una serie capace di creare un effetto unico sul suo pubblico, messo in continua oscillazione tra distanza e riconoscimento, empatia e analisi critica. Per curiosità invece ho attaccato Pam & Tommy, serie di impronta ryanmurphiana (ma meno glam). Non ho idea di come sia andata la vicenda (non l’ho seguita all’epoca e non mi sono informata ora), per cui mi godo un prodotto di intrattenimento che sin dalla primissima scena – il filmato di repertorio vero di Pamela Anderson da Jay Leno – mi sembra sia connotato in termini di tensione crescente e istanze politiche, il tutto travestito da gossip.
Stand-up
Mi piace molto Ali Wong, il suo Baby Cobra mi aveva fatta ridere tantissimo, mi piacciono le sue espressioni facciali e il modo in cui usa il corpo (in quel caso era il corpo di una donna incinta) mentre sta sul palco e sfida costantemente il pubblico, per cui mi sono lanciata senza tentennamenti su Don Wong, l’ultimo speciale appena rilasciato su Netflix. Non è potente come gli altri ma resta in ogni caso un’ora di televisione ben spesa.
Ascolti
Trascorro ogni giorno almeno 40/60 minuti in auto – questo nei giorni meno impegnativi – e questo mese mi hanno fatto compagnia tre cose: il ciclo di Dune di Frank P. Herbert (su Audible ci sono tutti i sei libri), un incontro quotidiano con i personaggi ma anche un continuo scoprire livelli di profondità di riflessione e analisi sociopolitica (nella veste della saga epico-scifi) che aprono squarci di luce sulla contemporaneità, Hey What dei Low, un album che è una composizione sinfonica in cui ogni pezzo si perde nel pezzo successivo e a ogni ascolto penso che mi piace sempre di più, e questo pezzo di John Maus, un ex professore di filosofia dalla voce baritonale che mi ricorda che in un’altra vita voglio solo fare musica.