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Insegnare (o no) la scrittura creativa

Processi e sentenze alle scuole di scrittura creativa Esistono due scuole di pensiero riguardanti l’utilità delle scuole di scrittura creativa. Ci sono i detrattori, ovvero quelli che pensano che la scrittura creativa non si possa insegnare, perché viene considerata un’attività spirituale, o perché si pensa non si possa trasmettere alcun tipo di nozione sui meccanismi narrativi, e ci sono coloro che le apprezzano, immaginando che la scrittura creativa possa essere insegnata ma soprattutto imparata. A dimostrazione portano la semplice ragione che centinaia di scrittori hanno seguito corsi di scrittura creativa e non hanno avuto bisogno di giustificarsi dopo averlo fatto. Soprattutto nel mondo anglosassone: lì è la prassi, è così che si fa almeno da una cinquantina d’anni. Anni fa, durante un incontro per la presentazione de “La manutenzione degli affetti”, lo scrittore Antonio Pascale ci folgorò con una definizione della narrativa italiana a confronto con quella anglosassone dicendo: “Agli italiani piacciono le sentenze e non i processi.” Per “sentenze” immagino Pascale intendesse i giudizi, le spiegazioni, le morali, e per “processi” tutti quegli elementi …

La scrittura alcolica: “Viaggio a Echo spring” di Olivia Laing

Fare la propria parte Tempo fa, quando volevo capire cosa significasse sognare ripetutamente uno tsunami che mi spazzava via dalla faccia della terra, ho letto un libro che si intitola Psicanalisi delle acque. La frase che sembrava facesse al caso mio mi sembrò questa:  L’acqua mi accarezza, mi culla e mi sorregge, a patto che anche io faccia la mia parte.  In qualunque situazione, anche quella più confortevole, è necessario uno sforzo personale perché la medesima situazione non si trasformi in un trappola. È questa la prima immagine che mi è venuta in mente leggendo Viaggio a Echo spring. Storie di scrittori e alcolismo di Olivia Laing. Obiettivo del libro: il mobiletto dei liquori L’obiettivo del libro è chiaro fin dall’inizio, limpido nella sua semplicità come l’argomento di una tesi di laurea: Volevo sapere cosa spinge le persone a bere e quali effetti ha su di loro. Nel caso specifico, volevo sapere perché gli scrittori bevono e come questa miscela di spiriti si è ripercossa sull’organismo della letteratura. Poi la Laing dichiara il suo metodo: …

«Non seguire i consigli di questo libro». Critica all’Oracolo manuale per scrittrici e scrittori di Giulio Mozzi

di Marco Terracciano L’Oracolo manuale per scrittrici e scrittori di Giulio Mozzi sembra uno scherzo della tipografia, ma è uno dei manuali di scrittura più intelligenti che abbia mai letto. Non ne ho letti molti. Se faccio mente locale ne conto cinque, sei al massimo. Uno di questi è un altro manuale che Giulio Mozzi scrisse nel 2009, (non) Un corso di scrittura e narrazione, disponibile gratis qui. In compenso ho letto molti testi di critica letteraria che, implicitamente, offrivano preziosi consigli su come scrivere e, più spesso, su come non scrivere. Questa cosa del dare consigli su come non scrivere ha molto a che fare con l’Oracolo, che è una raccolta di massime, di aforismi, di espressioni proverbiali rivisitate lunga quattrocento pagine non numerate. Sulla pagina di destra trovate la massima – molto breve – su quella di sinistra la sua spiegazione. Leggendo si capisce che Giulio Mozzi fa da tanti anni un lavoro di scouting letterario, che è in sostanza una persona che riceve centinaia di dattiloscritti scritti coi piedi. Lo si capisce …

Il Grand Tour dell’editoria. “Risvolti di copertina: viaggio in 14 case editrici italiane”

Risvolti di copertina di Cristina Taglietti (Bari, Laterza 2019) è esattamente ciò che dice di essere nel didascalico sottotitolo: un viaggio in 14 case editrici italiane. Il libro attraversa non solo l’Italia geografica – si va dalla Sicilia di Sellerio alla Roma di e/o e L’orma; dalla Firenze di Giunti alla Bologna del Mulino e di Zanichelli; dalla Torino di Einaudi alla Milano di Bao, il Castoro, NN, La nave di Teseo, Feltrinelli, Mondadori, GeMS – ma attraversa anche un panorama editoriale radicalmente cambiato negli ultimi anni tra fusioni, smembramenti, chiusure e nuove nascite, e si sofferma su case editrice “significative per la storia che hanno alle spalle, per l’identità che incarnano, per il modello imprenditoriale che hanno sposato, per la personalità di chi le guida o per il cambiamento che hanno saputo rappresentare”. Tra case editrici indipendenti e grandi gruppi editoriali, nuovissime e storiche, di narrativa, saggistica o scolastica Taglietti – in questo primo volume di altri che arriveranno – chiacchiera con e si fa raccontare da editori, direttori di collana o amministratori delegati cosa …

Esiste una letteratura horror, fantasy, fantascientifica italiana? Recensione a “Guida ai narratori italiani del fantastico”

di Marco Malvestio Una domanda che ci si sente spesso porre dai lettori occasionali o semplicemente non professionisti è perché non esista una letteratura horror, fantasy o fantascientifica italiana, tanto poco questa è rappresentata tra le pagine dei giornali o negli scaffali delle grandi librerie generaliste. Invece, ovviamente, questi generi esistono anche nella nostra letteratura, e la Guida ai narratori italiani del fantastico, a cura di Walter Catalano, Gian Filippo Pizzo e Andrea Vaccaro (Bologna, Odoya, 2018) lo dimostra ampiamente, compendiando più di mezzo secolo di scritture italiane del fantastico (ma con incursioni doverose anche a inizio Novecento e fino all’Ottocento). Il volume raccoglie, sotto forma di schede bio-bibliografiche, contributi su ottanta autori italiani del fantastico, fornendo così uno strumento utilissimo non solo ai semplici curiosi, ma anche agli addetti ai lavori e agli accademici. In questo senso, la guida assolve un compito indispensabile nella generale povertà degli studi italiani sul fantastico, fornendo informazioni altrimenti di difficile reperibilità sul mondo delle riviste e delle pubblicazioni di settore. Le schede sugli autori sono estremamente dettagliate, riportando spesso …