All posts tagged: horror

“The Haunting of Bly Manor”: l’universo fantasmatico di Henry James riscritto da Mike Flanagan

Quella di Mike Flanagan verso l’opera di Henry James è di sicuro una storia d’amore. Uno di quegli amori talmente ossessionanti e inebrianti da farti vedere l’oggetto amato circondato di un’aura di luce purissima, al punto tale da riscriverne il carattere, le movenze, le motivazioni, e dare voce a un desiderio di possibilità, più che a una presa d’atto di realtà. Ecco perché sono convinta che non a tutti gli appassionati e studiosi di James possa piacere la nuova serie Netflix The Haunting of Bly Manor, scritta, diretta e prodotta dal regista statunitense, nonché ispirata a Il giro di vite. Chi si aspetta l’ambiguità e la sospensione del racconto si troverà deluso. Questa serie risponde a tutte le domande che Il giro di vite solleva, in maniera esplicita e palese, andando a colmare tutti gli interstizi vuoti e lasciando pochissimo spazio a quella libertà interpretativa che è la cifra stilistica dell’opera di James.  Flanagan è autore di alcuni degli horror più interessanti e di successo degli ultimi anni, Oculus, Ouija, Il gioco di Gerald, ed …

Mindhunter e i mostri dell’infanzia

La mia ossessione per i mostri ha una data di nascita. È il 4 ottobre 1992. Per gli umbri è da sempre una data simbolo: festeggiamo Francesco, il più punk tra i santi, allergico alle regole e pronto solo a prendersi cura degli altri e del mondo attorno a sé. È un altro tempo. Le leghe di orchi e goblin armati di bandiere verdi non hanno ancora cominciato a berciare Prima gli umbri! I tour plebiscitari di Capitan Nutella nei mercati a caccia di vecchine o nei teatri con influencer più o meno reali sono ancora fantascienza, Philip K. Dick ma dopo la peperonata. Sarebbe più corretto riconoscere all’anima della regione un dualismo gnostico che come un pendolo oscilla tra periodi di comunanza d’intenti con la santità e un egoismo così limitante da far includere nella propria visione del mondo nemmeno la metà del proprio orticello. Siamo in una fase buona: una volta caduto il muro abbiamo accolto gli albanesi, occhieggiandoli di traverso, con la diffidenza nebbiosa di valligiani e contadini. A breve arriveranno “i …

Esiste una letteratura horror, fantasy, fantascientifica italiana? Recensione a “Guida ai narratori italiani del fantastico”

di Marco Malvestio Una domanda che ci si sente spesso porre dai lettori occasionali o semplicemente non professionisti è perché non esista una letteratura horror, fantasy o fantascientifica italiana, tanto poco questa è rappresentata tra le pagine dei giornali o negli scaffali delle grandi librerie generaliste. Invece, ovviamente, questi generi esistono anche nella nostra letteratura, e la Guida ai narratori italiani del fantastico, a cura di Walter Catalano, Gian Filippo Pizzo e Andrea Vaccaro (Bologna, Odoya, 2018) lo dimostra ampiamente, compendiando più di mezzo secolo di scritture italiane del fantastico (ma con incursioni doverose anche a inizio Novecento e fino all’Ottocento). Il volume raccoglie, sotto forma di schede bio-bibliografiche, contributi su ottanta autori italiani del fantastico, fornendo così uno strumento utilissimo non solo ai semplici curiosi, ma anche agli addetti ai lavori e agli accademici. In questo senso, la guida assolve un compito indispensabile nella generale povertà degli studi italiani sul fantastico, fornendo informazioni altrimenti di difficile reperibilità sul mondo delle riviste e delle pubblicazioni di settore. Le schede sugli autori sono estremamente dettagliate, riportando spesso …

Non essere capace di scrivere la verità

di Marco Malvestio Ci sono due domande piuttosto diverse che si possono fare intorno alla scrittura, benché all’apparenza molto simili: perché scrivere? E perché io scrivo? E benché la prima domanda sia di portata talmente vasta da essere, evidentemente, priva di una risposta univoca, la speranza è che la risposta alla seconda domanda possa aiutare a capire qualcosa di più della prima. Non serve ricordare quanto spiacevole sia scrivere, quanta fatica comporti e quale desolante assenza di risultati immediati. Sono cose che ha già detto bene Alfredo  Palomba in Scrittori presso se stessi, ma vale la pena ricordarle: si tratta di sedersi davanti a un PC o, più raramente, a un foglio bianco, e sistemare una frase per bene, poi girarla, poi rigirarla di nuovo, poi forse scriverne un’altra, e così via. Se mi preparo quello che devo scrivere, allora mi ritrovo a tentare disperatamente di infondere vita in un materiale altrimenti inerte; se invece non mi preparo e cerco di arabescare, eccomi perso nell’impresa di dare consistenza al frutto di successive, vertiginose approssimazioni. Scrivere …