Ho dato ai corsisti di Apnea due settimane di tempo per leggere integralmente il romanzo “Il valore affettivo” di Nicoletta Verna. Leggere come si era già detto in Respiro n°1 e dunque con fogli, penne e domande in testa, all’erta e concentrati, e non come si è abituati a fare da lettori per passione.
Ognuno di loro ha organizzato un piccolo discorso intorno alle cose da rivedere e da fare per migliorare il romanzo. Io ho aggiunto le mie. Ne è venuta fuori una lista molto concreta e particolareggiata, ma che spogliata di tali riferimenti concreti e particolareggiati può essere utile a ragionare sulla composizione dei romanzi in generale, e non solo di quello a cui lavoriamo noi. Eccola qui, compattata in 10 punti:
- Capire perché la divisione in parti del testo è fatta proprio così e non in un altro modo
- Tenere a mente l’importanza della descrizione e dell’atmosfera
- Gestire consapevolmente il narratore inattendibile
- Costruire personaggi coerenti senza dimenticarsi l’importanza dei chiaro-scuri
- Chiedersi quanto si sia capaci di gestire le derive psicologiche dei personaggi (tra le scelte più difficili dello scrivere) e misurarsi
- Attenzione ai personaggi pretestuosi: no belli e basta, no funzionali e basta
- Inspessire i personaggi vuol dire metterli in scena in momenti “memorabili” e non solo trovargli una funzione
- Stabilire una proporzione adatta tra la scrittura dichiarativa e quella visiva
- I finali devono in qualche modo essere determinati dai personaggi e non solo subiti
- Non innamorarsi dei vezzi della propria scrittura
Riconoscere i problemi di un testo è compito del lettore critico, ma qui si vuol diventare editor dunque comprendere non basta: bisogna anche immaginare soluzioni. Senza mai sostituirsi all’autore, compito dell’editor è mostrare, suggerire, ipotizzare nuove vie di struttura, composizione e scrittura. Mettersi al fianco di chi scrive e pungolarlo con gli “e se…”. Non troppi, non troppo pochi, non definitivi, non incerti, non ingombranti, non innocui, non riferibili a sé stessi, ma nemmeno all’idea che ci si è fatta di colui che scrive. Protagonista non è chi legge e chi scrive, protagonista è il testo.