All posts tagged: narrazione

“And Just Like That”… : com’è cambiato Sex and The City dopo 17 anni?

di Claudia Vanti Sex and the City è tornato sugli schermi, a distanza di 17 anni dall’ultima puntata della prima stagione della serie HBO, con un nuovo nome, dieci puntate appena trasmesse e un documentario che ne racconta la realizzazione ma in un certo senso non se n’era mai andato: l’interesse per un racconto che ha segnato la storia del costume non era svanito, malgrado due film sequel quantomeno discutibili, un prequel incolore e limiti narrativi più che evidenti già dalla prima ora.A metà del 2020, per esempio, ha preso il via il podcast Tutte col Tutù curato da Marina Pierri ed Eugenia Fattori, che ha esordito con una puntata dal titolo Perché parliamo ancora di Sex and the City? e che, di argomento in argomento è giunto fino alla disamina settimanale degli episodi più recenti.Inoltre, dal momento in cui si è cominciato a parlare di And just like that…, e soprattutto da quando sono iniziate le riprese degli episodi sotto nuovo nome (a rimarcare il fatto che il capitolo precedente, quello con Kin Catrall/Samantha Jones …

Moda e fantascienza: l’immaginario di Rick Owens

di Claudia Vanti Alla vista dell’immagine iniziale della sfilata p/e 2022 di Rick Owens al Palais di Tokyo di Parigi (il 28 settembre scorso) chi scrive ha momentaneamente pensato che si trattasse di un fotogramma sottratto a scene inedite dell’ultimo Dune diretto da Denis Villeneuve. Esagerazione? Autosuggestione dettata dall’enorme quantità di reazioni e commenti al film appena uscito? L’ambientazione – l’indirizzo preferito di Rick Owens per la maggior parte delle sue sfilate –  ha scalinate e colonne imponenti, e statue di gusto modernista che fanno pensare a un palazzo imperiale o a delle vestigia di qualche civiltà sull’orlo della distruzione, o comunque a un luogo pronto a ospitare riunioni intergalattiche dall’esito incerto. O a fare da sfondo all’arrivo della casa Atreides su Arrakis/Dune, come gli edifici brutalisti e i soffitti altissimi che nel film dichiarano a gran voce la grandezza (del regime) e l’arroganza della nobiltà dominante. “Grandeur”, per dirla eufemisticamente. La regia della sfilata pensata per la diffusione via diretta streaming ha avuto, in più, il pregio di trasformare un pallido sole parigino di …

“Il grande libro della scrittura” di Marco Franzoso: un viaggio faticoso, come la scrittura

di Anna Coluccino Appena terminata la lettura di questo poderoso manuale, mi si è palesata nella mente la battuta di Umberto Eco su Il Conte di Montecristo di Dumas: un libro di quasi mille pagine che poteva essere raccontato usando un quinto delle parole, ma, fosse stato così, non sarebbe stato lo stesso libro.  Perché sì, è vero: il testo di Franzoso è ridondante, a tratti lo è in modo quasi snervante. Per svariate pagine, pare formulare in modi più o meno diversi sempre gli stessi concetti, ma è vero pure che il segreto dell’apprendimento profondo è la ripetizione, e se si è completamente a digiuno di nozioni e tecniche narratologiche, al termine della lettura de Il Grande Libro della Scrittura si avranno le idee molto chiare riguardo i passaggi necessari a portare la propria opera a una forma definitiva, a una stesura che possa essere letta e apprezzata.  Ché questo, in fondo, dovrebbe essere l’obiettivo finale della scrittura: compiersi, comporre una storia e metterla al mondo in forme che le consentano di essere compresa, …

La prima cosa scritta #2

5 domande a partire da una fotografia: quella del primo testo scritto. Le prime parole delle quali scrittrici e scrittori hanno deciso di fare qualcosa, o quelle che hanno mostrato loro che scrivere era ciò che volevano davvero (e in cui davvero riuscivano). La svolta nella loro formazione, anche se in un momento iniziale, e nel loro percorso autoriale. A cura di Francesca de Lena. Intervista di Francesca Ceci.Risponde Lelio Bonaccorso. Cosa questa foto racconta del testo e cosa racconta di te? Questa immagine è un disegno a cui sono molto legato, rappresenta anche il mio esordio da professionista nel mondo del fumetto con Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia, edito nel 2009 da Beccogiallo e scritto dal mio socio Marco Rizzo, con cui avremmo fatto molti altri lavori negli anni seguenti. È una poesia di Peppino che ho illustrato: benché fosse una persona molto gioviale – da come ce lo hanno raccontato i suoi amici – conservava dentro di sé un aspetto malinconico e triste ed è questo quello che qui ho cercato …

La stanza dentro gli scrittori

di Luca Mercadante La cosa veramente singolare dell’apprendimento artistico è che puoi sceglierti i maestri e le maestre che meglio credi, senza che loro sappiano niente di te e senza che abbiano mai accettato di prenderti a bottega. Uno dei miei inconsapevoli maestri è Richard Yates. Un giorno, tra la Cinquantanovesima Strada e Third Avenue, un vecchio signore con l’aria fragile e indifesa cominciò a piangere nel taxi, e alla domanda di Bernie: «Posso fare qualcosa per lei?», seguivano due pagine e mezzo di vicende tra le più strazianti che mai potessi immaginare. da Costruttori, in Undici Solitudini, trad. Maria Lucioni, minimum fax Questo passaggio da Costruttori mi serve per affrontare una domanda che sta alla base della pratica della scrittura creativa: qual è l’oggetto della narrativa? Di che cosa stiamo scrivendo quando scriviamo un racconto o un romanzo? La risposta è una, ormai spero e credo largamente riconosciuta: l’oggetto della narrativa è la verità. Non parlo della verità che si contrappone alla bugia, al falso, ma di quella che ci va a braccetto. La …

Non prenderla come una critica – Le ripetizioni di Giulio Mozzi

di Luigi Loi Giulio Mozzi esordisce a sessant’anni col suo primo romanzo Le ripetizioni, un po’ come fece Gesualdo Bufalino con La diceria dell’untore (anche quello fu un libro riscritto per anni, pensato a lungo, esorbitante).  Ma Mozzi non esordisce – visto che lo ha già fatto nel ’93 con la bellissima raccolta di racconti Questo è il giardino – semmai si ripete: cambia formato e passa al romanzo, incastonando sempre dei racconti in una cornice narrativa. Questa cornice è il protagonista, Mario, “un uomo che inventa storie, modifica la realtà, non è interessato alla verità, né sulle cose né sulle persone […] vuole sposare Viola ignorandone la doppia, forse tripla vita. Anni prima è stato lasciato da Bianca, subito prima che nascesse Agnese, che forse è sua figlia e forse no. È succube di Santiago, un ragazzo dedito a pratiche sessuali estreme, e affida alle fotografie la coerenza e consistenza della propria vita”. È impossibile riassumere meglio il romanzo, perché l’infinita frammentazione della struttura narrativa mette in crisi l’esigenza difensiva del lettore di dare …

Il remix della bellezza al Gucci Fest

di Claudia Vanti In questo strano periodo pandemico è difficile trovare argomenti che scuotano anche solo superficialmente il mondo di chi pensa e produce vestiti o di chi ne scrive, ne parla e li guarda per curiosità.La sensazione più diffusa, anche fra i molti addetti che pure continuano a lavorare con difficoltà aumentate da necessità di distanziamenti e tempistiche incerte, è che parlare di moda con un’emergenza sanitaria in corso sia “fuori luogo”, come se si dovesse scontare un atavico stigma per colpevole frivolezza.Le cose sono in realtà un po’ più complicate, e non solo per la ricaduta economica negativa, ma anche perché proprio in questi mesi nei quali le varie forme di racconto, dalla (ri)lettura di classici nella fase più acuta del lockdown alla fruizione quotidiana e diffusa dei servizi di streaming in abbonamento, anche la moda può inserirsi come generatrice di contenuti narrativi.Lo storytelling rivolto al marketing di un prodotto o di un brand è una pratica comune, ma l’atto del raccontare sta alla base dell’ispirazione dei grandi sarti già un secolo fa, …

mercurio – corso sui dialoghi

CHE COS’È Mercurio è messaggero alato nella mitologia latina, metallo fluido in grado di restituirci la temperatura di un corpo, pianeta che si muove rapido nel cielo. In astrologia, Mercurio governa la comunicazione, la parlata brillante, l’eloquenza. E il dialogo. I dialoghi sono i tentacoli parlanti di ogni tipo di storia, di qualunque formato.Dei dialoghi ben scritti veicolano un messaggio, fluiscono, restituiscono il tono e la verità di un personaggio, hanno un buon ritmo e mandano avanti la storia; quelli impacciati, artefatti o macchinosi, invece, rischiano di mandare in panne anche un meccanismo narrativo ben ingranato. I dialoghi hanno il potere di farci credere in ciò che vediamo, ascoltiamo, leggiamo: eppure, scrivere dialoghi per la finzione è qualcosa di ben diverso dal ricalcare quelli della vita vera. Come costruire, allora, dei dialoghi realistici? E come evitare un linguaggio artificioso, costruendo invece una lingua addosso ai personaggi? Durante le otto lezioni del corso, vedremo come ogni dialogo che funzioni ha dietro una precisa impalcatura. Analizzeremo dialoghi provenienti da romanzi e racconti, graphic novel, teatro, film e …

Non prenderla come una critica – Le donne amate di Francesco Pacifico

di Valentina Grotta È stato appena pubblicato Io e Clarissa Dalloway, di Francesco Pacifico, un libro in cui, con la scusa di mettersi a confronto con uno o più testi letterari del passato, i protagonisti della collana “Passaparola”, edita da Marsilio, parlano di sé. Qui Pacifico ragiona su alcuni temi che sembrano essergli diventati, nel tempo, molto cari: quello del rapporto tra la scrittura e il genere di chi scrive e della scrittura come strumento per comprendere la propria visione del mondo. Ritrovare la propria voce Cosa diventa una donna se la trattiamo come fosse un uomo, o come una terza cosa che non è né una donna né un uomo? La donna catturata col retino della prosa viene fissata alla carta con uno spillo. Cosa è libera di fare, ora che l’ho messa qui nella mia bacheca, insieme alle altre? Questa citazione è tratta da un libro che Pacifico ha scritto nel 2018. Si intitola Le donne Amate. Abbiamo parlato spesso di scrittura femminile, male gaze e punto di vista, ma cosa succede se …

Non esiste nessun luogo come casa: di rientri, confini e ossessioni.

Quella vecchia casa si trovava in un quartiere residenziale piuttosto distante dalla stazione. Poiché era alle spalle di un grande parco, era sempre avvolta da un intenso profumo di verde e, specialmente dopo che aveva piovuto, l’aria diventava così densa, come se le strade che circondavano la casa si fossero trasformate in una foresta, da farsi quasi soffocante. Abitai anch’io per poco tempo in quella casa dove mia zia aveva vissuto a lungo da sola. Ripensandoci, quel breve momento è diventato per me un ricordo prezioso e unico. Quando lo ricordo, vengo presa da una sensazione indefinibile. Come un miraggio apparso all’improvviso, quei giorni sembrano perdere ogni realtà. (Presagio triste, Banana Yoshimoto, 2015) La mia vita, lo racconto spesso, è scandita da attraversamenti di confini. La cosa buffa è che io, nata e cresciuta su un’isola, con il mare “in fronte”, il concetto di confine non l’ho mai capito. La prima volta che ho attraversato il confine italo-svizzero, per esempio, ho provato una non meglio precisata emozione per quella voce bilingue che lo annunciava ai …