All posts tagged: racconti

Voglie

A seguito della nostra call abbiamo ricevuto 106 racconti. Letti e selezionati dalla classe di Apnea ’20/’21, ne sono infine stati scelti 14 per la pubblicazione. Questo è l’undicesimo, lo ha scritto Daniel Coffaro e ha richiesto poco più di una correzione di bozze, per chiarire al massimo la sintassi, più un ragionamento sul finale: troppo rassicurante e basato sull’anafora, è stato prima eliminato dalla corsista di Apnea Sara Cappai e poi recuperato solo in piccola parte da Francesca de Lena per dare chiusura. Alla compiutezza finale del testo hanno lavorato le redattrici. Fotografia di una coppia apparentemente male assortita che in qualche modo prova a stare in piedi: due quarantenni single si trovano a cena per il loro primo appuntamento, legati dalla paura di restare soli. Un racconto amaro, che la schietta ironia riesce a trasformare in sorpresa e in una strana forma di dolcezza. di Daniel Coffaro Teresa ha un leggero strabismo convergente e il respiro di una che ieri ha mangiato aglio, due cose che mi fanno sentire a mio agio. Il …

Racconti!

Sei un lettore di racconti? Ne hai scritto uno? È proprio un racconto e non una suggestione, un frammento, una parte di romanzo? Qui a ILDA siamo grandi estimatori della forma racconto e saremmo molto felici se tu ci mandassi il tuo. Francesca de Lena e la sua classe di Apnea corso di lettura e editing selezioneranno i migliori e, se il tuo sarà tra questi, ti ricontatteremo per pubblicarlo sulla nostra rivista.  Prima della pubblicazione entrerai in contatto con un allievo editor del corso e insieme perfezionerete il testo fino a farlo sbrilluccicare (o, se vuoi, fino a farlo tenebrare). Lo scopo? Scouting. Se il tuo è davvero un buon racconto magari ne avrai altri, o avrai altro da farci leggere. E si sa che da cosa può nascere cosa 🙂 info Invia il tuo racconto entro il 3 gennaio 2021 completo di titolo e accompagnato da una sinossi di max 800 battute spazi inclusi nello stesso file del racconto, prima del racconto. Lunghezza: min 7 max 12 cartelle (1 cartella= 1800 battute spazi inclusi) Genere: no storico, no fantasy, …

“The Haunting of Bly Manor”: l’universo fantasmatico di Henry James riscritto da Mike Flanagan

Quella di Mike Flanagan verso l’opera di Henry James è di sicuro una storia d’amore. Uno di quegli amori talmente ossessionanti e inebrianti da farti vedere l’oggetto amato circondato di un’aura di luce purissima, al punto tale da riscriverne il carattere, le movenze, le motivazioni, e dare voce a un desiderio di possibilità, più che a una presa d’atto di realtà. Ecco perché sono convinta che non a tutti gli appassionati e studiosi di James possa piacere la nuova serie Netflix The Haunting of Bly Manor, scritta, diretta e prodotta dal regista statunitense, nonché ispirata a Il giro di vite. Chi si aspetta l’ambiguità e la sospensione del racconto si troverà deluso. Questa serie risponde a tutte le domande che Il giro di vite solleva, in maniera esplicita e palese, andando a colmare tutti gli interstizi vuoti e lasciando pochissimo spazio a quella libertà interpretativa che è la cifra stilistica dell’opera di James.  Flanagan è autore di alcuni degli horror più interessanti e di successo degli ultimi anni, Oculus, Ouija, Il gioco di Gerald, ed …

Andare a letto con chi scrive

È diventato con il tempo così capriccioso dire di sé stessi “sono un editor”. Un’identità nata già un po’ ridicola a causa della mancata traduzione nella lingua in cui la si nomina, scippata, molti dicono, a chi il mestiere lo certifica all’interno di una casa editrice, e poi trasformata nella foglia di fico sotto cui si celano le esperienze, le capacità, le produttività non misurabili, come sono molte delle cose che un editor fa o non fa. Chi lo dice di qualcuno che è un editor? Chi lo dice che io sono un’editor? All’inizio nessuno, me lo dicevo da sola. L’ho detto la prima volta quando ho aperto questo sito e ho giurato di poterlo dimostrare, e poi al primo autore/cliente che ha richiesto il mio aiuto per scomporre e ricomporre una storia, al primo scrittore pubblicato o anche pubblicabile-in-potenza che mi ha affidato la sua opera. Sono un’editor perché leggo bene, so come si fa, riconosco la scrittura, so aiutare a governarla. Al ridicolo di non avere un nome appropriato si aggiunge quello per …

Ripubblicare Alexander Trocchi, il «cosmonauta dello spazio interiore»

La longevità dei libri è molto variabile: pochi sono eternamente in catalogo, altri vivono un decennio di gloria, altri finiscono troppo presto al macero e si ripropongono soltanto sui canali di vendita online, con lo status di rarità e a prezzi irragionevoli. Non sempre, però, la durata della vita di un’edizione è proporzionale al valore del libro messo in commercio. Ci sono libri che, per i motivi più disparati, meriterebbero di tornare dall’oblio: Desiderata è la rubrica che ve li farà conoscere. Ripubblicare Alexander Trocchi, il «cosmonauta dello spazio interiore» Alexander Trocchi è uno degli autori più importanti della letteratura scozzese degli ultimi settant’anni, eppure in Italia è ancora sconosciuto (anche se oggetto di un piccolo culto). Intellettuale anticonformista e vivace, Trocchi ha avuto una vita tumultuosa, e la forza delle sue opere sta anche nell’inestricabilità tra vissuto e scrittura. Nato a Glasgow il 30 luglio del 1925, nipote di emigrati italiani, perse la madre quando aveva sedici anni, un lutto che lo segnò a vita e che riecheggia nei suoi libri. Studiò lettere e …

La scrittura alcolica: “Viaggio a Echo spring” di Olivia Laing

Fare la propria parte Tempo fa, quando volevo capire cosa significasse sognare ripetutamente uno tsunami che mi spazzava via dalla faccia della terra, ho letto un libro che si intitola Psicanalisi delle acque. La frase che sembrava facesse al caso mio mi sembrò questa:  L’acqua mi accarezza, mi culla e mi sorregge, a patto che anche io faccia la mia parte.  In qualunque situazione, anche quella più confortevole, è necessario uno sforzo personale perché la medesima situazione non si trasformi in un trappola. È questa la prima immagine che mi è venuta in mente leggendo Viaggio a Echo spring. Storie di scrittori e alcolismo di Olivia Laing. Obiettivo del libro: il mobiletto dei liquori L’obiettivo del libro è chiaro fin dall’inizio, limpido nella sua semplicità come l’argomento di una tesi di laurea: Volevo sapere cosa spinge le persone a bere e quali effetti ha su di loro. Nel caso specifico, volevo sapere perché gli scrittori bevono e come questa miscela di spiriti si è ripercossa sull’organismo della letteratura. Poi la Laing dichiara il suo metodo: …

Non prenderla come una critica – “Il buio a luci accese” di David Hayden

di Luigi Loi Il telescopio Il sole illumina tutto: soltanto grazie a lui possiamo osservare il mondo. Ma a pensarci bene è proprio la luce del sole a nasconderci (a rubarci) la vista delle stelle, e qualcosa vorrà pur dire. Allo stesso modo quando la prosa ruba alla realtà siamo portati a giustificare la rapina in simbolismo e allegoria. Il buio a luci accese di David Hayden (Safarà editore, traduzione di Riccardo Duranti) ruba sistematicamente alla realtà, e infatti questi diciannove racconti sono la spiegazione naturalistica e non allegorica di come funzioni davvero questa refurtiva quando la si osserva da vicino: «siamo proprio sulla soglia e io allungo una mano in cerca dell’interruttore, ma May poggia la mano calda e delicata sulla mia, e dice: è più buio a luci accese» (Il buio a luci accese, p. 166). Lo stile di Hayden è congruente con questa impostazione narrativa, la stessa di Testi per nulla di Samuel Beckett. Ma settant’anni non passano invano, cosicché si parte da quell’esempio, per spostare in avanti il focus, verso le stelle: il …

Lacci di Domenico Starnone: un romanzo che sa di racconti

  Il nuovo, bellissimo, romanzo di Domenico Starnone s’intitola “Lacci” e racconta lo stare insieme. Non l’amore, non la coppia, non il matrimonio, ma: frequentare la vita insieme, che in alcuni casi prevede anche separarsi e poi ritornare, senza che questo significhi ritrovarsi. Il romanzo ha una struttura che in ogni parte evoca la forma del racconto; com’è ovvio non la duplica fedelmente, ma ne suggerisce di continuo il legame: questo è un pezzo a sé; questa scena si basta da sola; qui puoi anche fermarti per un po’, c’è tutto quello che bisogna sapere. È composto di tre parti, e queste parti non si chiamano Parti, ma Libri (storie con un inizio e una fine): Libro primo; Libro secondo; Libro terzo. Il “Libro primo” è il più affascinante e il più tecnico del romanzo: la voce narrante di Vanda, la moglie lasciata, costruisce il periodo della rottura del matrimonio attraverso 12 lettere indirizzate al marito fedigrafo. Starnone fa qui in maniera magistrale un’operazione a metà tra “La voce umana” di Jean Cocteau e “Caro …