All posts tagged: serie tv e narrazione

“And Just Like That”… : com’è cambiato Sex and The City dopo 17 anni?

di Claudia Vanti Sex and the City è tornato sugli schermi, a distanza di 17 anni dall’ultima puntata della prima stagione della serie HBO, con un nuovo nome, dieci puntate appena trasmesse e un documentario che ne racconta la realizzazione ma in un certo senso non se n’era mai andato: l’interesse per un racconto che ha segnato la storia del costume non era svanito, malgrado due film sequel quantomeno discutibili, un prequel incolore e limiti narrativi più che evidenti già dalla prima ora.A metà del 2020, per esempio, ha preso il via il podcast Tutte col Tutù curato da Marina Pierri ed Eugenia Fattori, che ha esordito con una puntata dal titolo Perché parliamo ancora di Sex and the City? e che, di argomento in argomento è giunto fino alla disamina settimanale degli episodi più recenti.Inoltre, dal momento in cui si è cominciato a parlare di And just like that…, e soprattutto da quando sono iniziate le riprese degli episodi sotto nuovo nome (a rimarcare il fatto che il capitolo precedente, quello con Kin Catrall/Samantha Jones …

Halston di Ryan Murphy: raccontare il mito della moda attraverso la fiction

di Claudia Vanti Al contrario di quanto si crede, i rapporti fra moda e piccolo o grande schermo non sono mai stati facilissimi. Il cinema nel corso di molti decenni ha contribuito a creare delle mode e ha dato popolarità a tanti stilisti attraverso la creazione dei costumi di film iconici, come quelli di Givenchy per Audrey Hepburn. Ma negli anni del pieno splendore di Hollywood si trattava di un rapporto a senso unico: il cinema era il grande artefice del mito e dell’immaginario collettivo e la moda era resa da esso ancora più seducente.  Gli anni della nuova Hollywood e della Nouvelle Vague hanno però causato una cesura, il cinema ha smesso di alimentare la ricerca della bellezza assoluta e irraggiungibile e, anzi, già da qualche tempo propone modelli più accessibili: immagini di star e celebrities “della porta accanto”, mentre l’esibizione della perfezione estetica può essere ritenuta inappropriata ai tempi. Dalla fine degli anni ‘90 il glamour è divenuto territorio esclusivo della moda, attraverso eventi e sfilate spettacolo che al pari di vere e proprie …

Sovvertire le narrazioni: altri personaggi per nuove storie

stereotipo/ste·re·ò·ti·po/aggettivo:fig., a proposito di una ripetizione o di una fissità immutabile.Sostantivo maschile:In psicologia, qualsiasi opinione rigidamente precostituita e generalizzata, cioè non acquisita sulla base di un’esperienza diretta e che prescinde dalla valutazione dei singoli casi, su persone o gruppi sociali. Credo di aver imparato il significato del termine “stereotipo” in prima media quando, alla sua comparsa in aula, la prof. di educazione artistica (si chiama ancora così?) dichiarò che l’obiettivo dell’anno sarebbe stato imparare a disegnare liberandoci degli stereotipi infantili, e smettere dunque di fare casette sproporzionate, strisce di cielo azzurro a cui appendere spicchi di sole e bambini-stecchini con teste tonde. Ma il concetto esisteva in me già da qualche tempo: quando avevo sì e no 7 anni le maestre iscrissero la mia classe, in cui eravamo tutti bianchi e riconducibili a un’idea di “autoctoni”, a un concorso per promuovere “la pace nel mondo”, o “contro la povertà”. Non ricordo esattamente la dicitura, fatto sta che ci venne richiesto di presentare delle poesie o altri elaborati. Quel giorno ero un po’ annoiata, nient’affatto creativa …

Libri (Quasi) Non Letti #8

Ci sono libri che leggiamo e rileggiamo, di cui citiamo passi a memoria, che ci hanno cambiato la vita o solo una giornata. E poi ci sono libri su cui abbiamo altri programmi, che ci fanno compagnia da anni, fedeli in attesa, quelli interrotti o dimenticati, altri che appaiono inaspettati e sembrano inseguirci o solo chiamarci, libri che in qualche modo fanno già parte di noi. Come il Lettore di “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, editori, scrittori, illustratori e librai raccontano i loro libri non letti.Rispondono Giulia Cuter e Giulia Perona, scrittrici e curatrici di Senza Rossetto. Libri che puoi fare a meno di leggere. Posso fare a meno dei classici gialli da spiaggia, quei thriller che molto spesso si leggono per intrattenimento nelle lunghe e calme giornate estive. Ho letto alcuni libri di Simenon (bellissimo, tra l’altro, il suo Le finestre di fronte), ma non mi sono mai appassionata al genere. Libri fatti per altri usi che la lettura. Mi piace selezionare letture da bagno, ideali per trascorrere il tempo sul wc. Il mio …

“SanPa”: un’analisi testuale del documentario

Durante il primo episodio della seconda stagione di Dear White People, Sam White si trova nel pieno di un dibattito sulla neutralità o meno della forma documentaristica. Per avvalorare la sua tesi, la vediamo a cercare online “Documentari che non sono propaganda”. La ricerca non dà nessun risultato.  La scena iperbolica svolge la duplice funzione di punchline comica (Dear White People, per chi non lo sapesse, è una comedy brillante, molto tagliente e ben scritta) e di gancio per il dialogo successivo, in cui Sam afferma che non è tanto l’obiettivo del documentario in sé a dover essere più o meno palese, quanto il nostro sguardo a doversi mantenere il più aperto possibile rispetto alla complessità della verità in senso ampio, che include anche le verità non dette.  Ecco, quello che dice Sam mi ritrovo a ripetermelo ogni volta che approccio un documentario, di qualunque tipo e argomento. Lo guardo mantenendo sempre un piede fuori dalla porta, per timore di essere trascinata dal meccanismo di “educazione veicolata”, di manipolazione, che si può innescare. Questo per …

“The Haunting of Bly Manor”: l’universo fantasmatico di Henry James riscritto da Mike Flanagan

Quella di Mike Flanagan verso l’opera di Henry James è di sicuro una storia d’amore. Uno di quegli amori talmente ossessionanti e inebrianti da farti vedere l’oggetto amato circondato di un’aura di luce purissima, al punto tale da riscriverne il carattere, le movenze, le motivazioni, e dare voce a un desiderio di possibilità, più che a una presa d’atto di realtà. Ecco perché sono convinta che non a tutti gli appassionati e studiosi di James possa piacere la nuova serie Netflix The Haunting of Bly Manor, scritta, diretta e prodotta dal regista statunitense, nonché ispirata a Il giro di vite. Chi si aspetta l’ambiguità e la sospensione del racconto si troverà deluso. Questa serie risponde a tutte le domande che Il giro di vite solleva, in maniera esplicita e palese, andando a colmare tutti gli interstizi vuoti e lasciando pochissimo spazio a quella libertà interpretativa che è la cifra stilistica dell’opera di James.  Flanagan è autore di alcuni degli horror più interessanti e di successo degli ultimi anni, Oculus, Ouija, Il gioco di Gerald, ed …

Dal minimalismo a Cobra Kai: dialoghi che riflettono il mondo

I dialoghi sono una parte della narrazione che, in fase di scrittura, arriva molto dopo la costruzione dei personaggi e dell’impalcatura narrativa. Perché, allora, do loro tanta importanza? Perché sono sempre lo specchio della storia che sto leggendo, o guardando. Un dialogo che appare “fasullo” (cosa che nulla ha a che vedere con “reale”, come dicevo qui un po’ di tempo fa) mi fa suonare subito un campanello d’allarme rispetto all’intera trama, alla costruzione della scena e dei personaggi. Perché i dialoghi sono il tramite tra me e il loro universo. Nonostante i film ricchi d’azione mi entusiasmino sempre in veste di spettatrice, sul piano autoriale ho sempre fatto una certa fatica a “far succedere le cose”, a mettere i personaggi nelle condizioni di prendere decisioni e compiere delle scelte. Perfino nei videogiochi la parte che ho sempre preferito era il character design: le ore spese a costruire i personaggi nei minimi dettagli. Sono, come si dice, character driven e non plot driven: per me la storia è maggiormente determinata dall’arco narrativo dei personaggi e …

mercurio – corso sui dialoghi

CHE COS’È Mercurio è messaggero alato nella mitologia latina, metallo fluido in grado di restituirci la temperatura di un corpo, pianeta che si muove rapido nel cielo. In astrologia, Mercurio governa la comunicazione, la parlata brillante, l’eloquenza. E il dialogo. I dialoghi sono i tentacoli parlanti di ogni tipo di storia, di qualunque formato.Dei dialoghi ben scritti veicolano un messaggio, fluiscono, restituiscono il tono e la verità di un personaggio, hanno un buon ritmo e mandano avanti la storia; quelli impacciati, artefatti o macchinosi, invece, rischiano di mandare in panne anche un meccanismo narrativo ben ingranato. I dialoghi hanno il potere di farci credere in ciò che vediamo, ascoltiamo, leggiamo: eppure, scrivere dialoghi per la finzione è qualcosa di ben diverso dal ricalcare quelli della vita vera. Come costruire, allora, dei dialoghi realistici? E come evitare un linguaggio artificioso, costruendo invece una lingua addosso ai personaggi? Durante le otto lezioni del corso, vedremo come ogni dialogo che funzioni ha dietro una precisa impalcatura. Analizzeremo dialoghi provenienti da romanzi e racconti, graphic novel, teatro, film e …

Le scoperte dell’America: “American Gods”

Nell’incontro con un personaggio, se prestiamo attenzione, non ci mettiamo molto a intercettare le battute rilevanti, le linee di dialogo che ci serviranno dopo a indirizzarci nella storia. La percezione di dettagli del genere, ovviamente, si allena, finché arriva un momento in cui precede la nostra consapevolezza, e prima ancora di accorgercene siamo lì a ricordarci una frase letta o ascoltata il giorno prima, e a ripeterla ad alta voce nel bel mezzo di una conversazione.  “This is the only country in the world that wonders what it is”, questo è l’unico paese che si domanda che cos’è, dice Wednesday a Shadow all’inizio di American Gods, parlando dell’America. Eppure è un paese di cui tutto il resto del mondo pensa di aver capito tutto, ho pensato io. Esattamente come scrive Francesco Costa in Questa è l’America: “Ci sono molti posti del mondo di cui sappiamo meno che degli Stati Uniti d’America, ma non ci sono posti con un divario più ampio degli Stati Uniti tra quello che crediamo di sapere e quello che sappiamo effettivamente.” …

Il pilota di “The Boys”: dal minuto 5:45 una contro-storia di supereroi

Faccio una breve premessa: non ho letto The Boys, ho solo visto The Boys. Se mi dite che il fumetto è più bello mi fido. Sono consapevole delle diverse libertà della forma grafica rispetto a quella seriale, e immagino che la versione scritta e disegnata di The Boys abbia una carica feroce di violenza che è stata inevitabilmente diluita nella versione seriale. Tuttavia credo anche che il potenziale di una storia, in termini di profondità di narrazione, possibilità espressive ed evocative, immedesimazione ed empatia, raggiunga il massimo nella serialità come medium. Più che nel cinema, più che nei fumetti, più che nei libri. Lo dico con profonda convinzione e con una grossa dose di parzialità. E non sto dicendo che quel massimo sia stato raggiunto da The Boys. Che anno glorioso per i supereroi! L’opera a fumetti di Garth Ennis e Darick Robertson è arrivata a Luglio scorso su Amazon Prime, nella sua versione seriale creata da Eric Kripke, in questo 2019 ricchissimo di gente mascherata e superdotata, più o meno malandata, che popola l’immaginario …