All posts tagged: Critica

Prendila come una critica 2 – La camera oscura e troppo chiara di Savinio

di Martina Ásero [dal nostro corso di critica letteraria a cura di Matteo Marchesini, un esercizio di elogio e di stroncatura del racconto Mia madre non mi capisce di Alberto Savinio] ELOGIO In una camera oscura Mentre il 31 dicembre in casa dell’affermato scrittore Nivasio Dolcemare si celebra l’immancabile cena di commiato per l’anno al crepuscolo, in una stanza nascosta si compie un parallelo rituale  di riconoscimento che lascia i lettori stupefatti, per la delicatezza e lo strazio. Stati d’animo opposti, eppure conviventi, come tutte le situazioni che combaciano in questo breve, bellissimo racconto. Un autore imborghesito che veglia la notte con la mollezza di un poeta ormai estinto, una moglie che ha sottratto un nome matriarcale, e ha l’orgoglio, ma non la monumentalità, per poterlo indossare, un cameriere la cui furbizia, da nota di demerito, si converte in promozione professionale. Tutto nella scrittura di Savinio sembra sdoppiarsi, persino l’autore anagrammato nel protagonista. Lo sdoppiamento inizia con la collocazione della casa in una via signorile in cui le abitazioni civili si specchiano negli scheletri arborei …

prendila come una critica! [corso di critica letteraria]

CHE COS’È 8 INCONTRI SU UN GENERE LETTERARIO IMPREVEDIBILE Nel mondo moderno, il critico si è fatto largo come una specie di filosofo che non credeva più nella filosofia, cioè nei sistemi: un saggista morale che analizzava insieme la letteratura, la cultura e la società, perché non si può capire bene la prima se non si ha qualche idea sulle altre due. Lungo l’ultimo mezzo secolo, questo personaggio dallo status costitutivamente incerto è rimasto però schiacciato tra università e media di massa. Con conseguenze gravi. Perché la critica è una parte della letteratura; e rifiutandola, il resto della letteratura si ammala. Perché, soprattutto, una cultura senza critica, oltre a essere una contraddizione in termini, lascia a contendersi il campo due sole figure, i fan e gli hater: finché scopre che in realtà sono una figura sola. Per questo, anche sfidando l’apparente irrilevanza, ha senso tornare a discutere dei testi letterari e del loro rapporto con l’ambiente circostante. E ha senso provare a scriverne, imparando a mescolare adeguatamente saperi, argomentazioni e sensibilità: cioè imparando a descrivere …

Non prenderla come una critica – “La questione dei cavalli” di Arianna Ulian

di Marco Terracciano Il pretesto Arianna Ulian, autrice di La questione dei cavalli, primo volume della collana Fremen curata da Giulio Mozzi per Laurana, è giunta alla sua prima prova letteraria con un corredo immaginativo composto in sostanza da tre elementi: un pretesto, una città e una prospettiva. Ne ha ricavato una storia multiforme e polifonica, dichiaratamente sperimentale, tanto semplice nell’intuizione quanto complessa nella struttura e nello stile.  Questa la trama: in occasione della preparazione di un western a Venezia – idea del celebre e visionario regista Mr.C che ha intenzione di girare un ambizioso sequel di Il mio nome è Nessuno di Tonino Valerii – accade un incidente che coinvolge i sette cavalli da impiegare durante le riprese in laguna. In breve: non riescono a sbarcare. Lo racconta Mauro Gallone – proprietario di un’agenzia di casting per animali –, insieme ad altri addetti ai lavori, rivolgendosi a una giornalista che sta provando a ricostruire i fatti dopo qualche anno. I cavalli sono «neofobi», temono le cose nuove, per cui l’idea di attraversare la laguna …

“I May Destroy You”: il come prima del cosa.

SPOILER ALERT: in questo articolo si fa riferimento a dettagli della serie nel titolo in maniera profusa, per cui se odiate gli spoiler vi conviene leggerlo con la mano davanti agli occhi 😉 Qualche giorno fa, Francesca De Lena scriveva, su Facebook, una cosa che dice sempre e che non ci stancheremo mai di ripetere qui: non è tanto il “cosa” si racconta a essere rilevante quanto il “come”. Ecco, se per I May Destroy You, come per la maggior parte delle storie che scelgo di analizzare, il cosa ha comunque sempre un suo accordo con le mie ragioni d’interesse, quello che colpisce più di tutto in questa serie è di sicuro il come, sotto più punti di vista. Ma partiamo dal principio.  Proprio la prima scena, sì.  La prima scena stabilisce non solo l’attacco, il tono, ma è una scelta precisa di messa a fuoco. Quando questa si limita a un’inquadratura fissa di qualche secondo, sappiamo che quell’inquadratura non è lì per caso, che anche se immediatamente dopo finiamo da qualche altra parte nell’universo …

Ironico, amaro, illuminante Jonathan Swift

di Andrea Bricchi Se vi stabiliscono un dialogo fecondo di suggestioni, i classici, per chi li legge, si configurano come degli «equivalenti dell’universo, al pari degli antichi talismani» (Calvino). Così, portati sempre con sé, possono sortire effetti benefici e domare i demoni interiori. Alcuni meritano di essere spolverati, altri non hanno mai smesso di stare appesi al collo di qualcuno, ma tutti, se lucidati, risplendono di una bellezza più viva. Da dove nasce la loro magia? Ingiustamente considerato per troppo tempo una mera lettura per ragazzi, I viaggi di Gulliver è in realtà tra i primi e migliori esempi di narrativa satirica e denuncia comportamenti, manie e pregiudizi che a distanza di tre secoli non possono ancora dirsi debellati. Quel che colpisce di più è come Swift si stagli quale antesignano degli esponenti dell’Illuminismo maturo, e in particolare di coloro che, nei contes philosophiques, addolcivano la medicina amara della realtà con il miele della forma narrativa, con il pungente valore aggiunto di una sferzante ironia. Ironia che troviamo più o meno costantemente nell’opera in oggetto. …

Non prenderla come una critica – Le donne amate di Francesco Pacifico

di Valentina Grotta È stato appena pubblicato Io e Clarissa Dalloway, di Francesco Pacifico, un libro in cui, con la scusa di mettersi a confronto con uno o più testi letterari del passato, i protagonisti della collana “Passaparola”, edita da Marsilio, parlano di sé. Qui Pacifico ragiona su alcuni temi che sembrano essergli diventati, nel tempo, molto cari: quello del rapporto tra la scrittura e il genere di chi scrive e della scrittura come strumento per comprendere la propria visione del mondo. Ritrovare la propria voce Cosa diventa una donna se la trattiamo come fosse un uomo, o come una terza cosa che non è né una donna né un uomo? La donna catturata col retino della prosa viene fissata alla carta con uno spillo. Cosa è libera di fare, ora che l’ho messa qui nella mia bacheca, insieme alle altre? Questa citazione è tratta da un libro che Pacifico ha scritto nel 2018. Si intitola Le donne Amate. Abbiamo parlato spesso di scrittura femminile, male gaze e punto di vista, ma cosa succede se …

Non prenderla come una critica – Amatka di Karin Tidbeck

Amatka è il primo romanzo della scrittrice svedese Karin Tidbeck. Narra la storia di alcune colonie non terrestri abitate dagli uomini dopo che il vecchio mondo è divenuto, per qualche motivo, inospitale. Se volessimo capire esattamente a che genere appartiene Amatka non direi subito che si tratta di un romanzo distopico. Se tirassimo una linea che parte dai fratelli Dardenne e arriva a Superman, Amatka è un passo avanti rispetto alla distopia, e un po’ indietro rispetto alla fantascienza. Non è esattamente una storia di speculative fiction, perché mancano alcune premesse iniziali, ma se la facciamo fluttuare tra questi tre poli potremmo trovarle la giusta collocazione. Nel dubbio, l’autrice stessa sul suo profilo Patreon si definisce creator of weird fiction. Quindi forse sarà il caso di definire la sua narrativa così. Ma ovunque volessimo collocare Amatka rispetto alle categorizzazioni di genere letterario io lo inserirei anche nella categoria dei libri sulla scrittura. Amatka – fantascienza o no – è un libro molto interessante sull’importanza delle parole e del modo in cui le usiamo per stare …

I migliori 3 film candidati agli Oscar 2020, secondo noi

Parasite (Gisaengchung), di Bong Joon-Ho (Palma D’Oro 2019) (visto da Chiara M. Coscia) Bong Joon-Ho era già uno degli artisti più interessanti al mondo già dieci anni fa, quando ha girato il suo segmento di Tokyo! – film collettivo (con Michel Gondry e Leos Carax) che mette insieme tre sguardi diversi sulla capitale giapponese di tre registi non giapponesi – raccontando il micromondo di un hikikomori e lo sconvolgimento che gli prende a contatto con l’esterno: 30 minuti scarsi di rapimento totale. Oggi, dopo aver vinto la Palma D’oro al Festival di Cannes, è addirittura candidato agli Oscar, e in odor di vittoria, con un film che è per certi aspetti un volume di arte cinematografica esposta in tutta la sua potenza. Parasite non è solo la storia di una guerra tra poveri nel tentativo di accaparrarsi una fetta di ricchezza. Non è solo il racconto di un’impossibile scalata sociale impedita all’origine, dal principio, mostrata in tutta la sua bugia. Non è solo la rassegnazione di come, in fin dei conti, l’intelligenza, la sapienza e …

Camera di smontaggio: pezzi da “L’evento” di Annie Ernaux

Abbiamo assistito spesso alla discussione sul metodo che un lettore critico deve porsi rispetto a un testo. Il nostro punto di vista è che il metodo smonta-frasi senza contesto allo scopo di deriderle sia inopportuno, perché non ci piace deridere il lavoro degli altri, ma sia soprattutto fallace: quasi tutti i testi, soprattutto se romanzi, hanno in mezzo delle frasi brutte, insensate, sciatte o altro: fate la prova anche con i migliori classici e troverete abbastanza frasi da farvi dire “che?” e spingervi a scriverne una recensione sarcastica. D’altro canto, siamo dell’idea che i testi “parlino” da sé, e che una serie di stralci messi in mostra, senza alcun accompagnamento critico, di analisi sull’autore, sul momento storico dell’uscita del romanzo, sui temi trattati, ecc, qualcosa da dire ce l’abbiano e siano in grado di significare almeno in parte la riuscita o la non riuscita di una scrittura. Questo è il nostro esperimento, la nostra camera di smontaggio. smontaggio di Valentina Grotta L’evento di Annie Ernauxtraduzione di Lorenzo FlabbiL’Orma Editore L’evento Tutte le immagini del mio …

Camera di smontaggio: pezzi da “Il salto” di Sarah Manguso

Abbiamo assistito spesso alla discussione sul metodo che un lettore critico deve porsi rispetto a un testo. Il nostro punto di vista è che il metodo smonta-frasi senza contesto allo scopo di deriderle sia inopportuno, perché non ci piace deridere il lavoro degli altri, ma sia soprattutto fallace: quasi tutti i testi, soprattutto se romanzi, hanno in mezzo delle frasi brutte, insensate, sciatte o altro: fate la prova anche con i migliori classici e troverete abbastanza frasi da farvi dire “che?” e spingervi a scriverne una recensione sarcastica. D’altro canto, siamo dell’idea che i testi “parlino” da sé, e che una serie di stralci messi in mostra, senza alcun accompagnamento critico, di analisi sull’autore, sul momento storico dell’uscita del romanzo, sui temi trattati, ecc, qualcosa da dire ce l’abbiano e siano in grado di significare almeno in parte la riuscita o la non riuscita di una scrittura. Questo è il nostro esperimento, la nostra camera di smontaggio. smontaggio di Valentina Grotta IL SALTO: ELEGIA PER UN AMICOdi Sarah Mangusotraduzione di Gioia GuerzoniNNE I SENTIMENTI DOCUMENTATI …